Nel panorama dell’automobilismo sembra che nessuno possa scampare al processo di elettrificazione. Ad averlo ben compreso sono anche i marchi premium, anzi quelli “luxury”, abituati a ragionare esclusivamente in termini di “supercar”. E per i puristi potrebbe essere l’inizio di una lenta agonia.

Ci sono brand che hanno fatto propria questa consapevolezza, decidendo di abbracciare quasi istantaneamente la “transizione verde”. È il caso di Porsche che negli ultimi 18 mesi ha iniziato la conversione totale della sua gamma verso motorizzazioni green, includendo nella strategia anche modelli storici come la mitica 911. Non solo ma la scelta di cimentarsi nel mondo delle auto elettriche comincia a dare i suoi frutti, almeno a giudicare dai volumi di vendita della Taycan, la prima automobile nata elettrica della Casa di Stoccarda.

A spulciare i piani industriali delle principali Case non si attendono novità prima del 2025, nella migliore delle ipotesi, segnale che l’elettrificazione viene vista e vissuta come qualcosa di lontano. Questo discorso vale sia per la Motor Valley emiliana che per le concorrenti estere, a cominciare dal gruppo Lotus-Alpine.

Esistono poi progetti indipendenti come quello del neonato brand Automobili Estrema, che mira a specializzarsi nel settore delle hypercar elettriche. Il modello con cui debutterà sul palcoscenico internazionale si chiamerà “Fulminea” e l’intento di questo prototipo è chiaro già nel nome: viaggiare a velocità supersoniche. Il marchio, 100% italiano, potrebbe anche essere il pioniere nella costruzione di una gigafactory proprietaria nella produzione di batterie, aspetto che sarà in grado di spostare pesantemente le gerarchie nel futuro. 2.040 CV recita la scheda tecnica di Fulminea, che sarà prodotta tra Torino e Modena in circa 60 unità e costerà non meno di due milioni di euro.

Fatta questa introduzione, in questa guida andremo a concentrarci in particolare sulle strategie di Ferrari per quanto riguarda lo sviluppo di un comparto totalmente elettrico. Tutto quello che sappiamo finora condensato nei prossimi paragrafi.

Ferrari elettrica: le strategie del Cavallino Rampante

Come detto in apertura la principale difficoltà di un brand produttore di supercar intento ad abbracciare l’elettrico non risiede tanto nelle competenze ingegneristiche (che rimangono comunque da formare “ex novo”) quanto nella comunicazione della transizione. Il marchio di Maranello da questo punto di vista rappresenta l’identità più forte con ciò che le sue auto esprimono: storia, stile e italianità. Come affrontare un simile cambio di filosofia?

Uno dei compromessi a cui ci si dovrà abituare è il sound: sarà addio al tradizionale rombo per fare spazio a un rumore sempre più artificiale? È questa la principale critica che viene rivolta a molti brand, anche non premium. Una cosa è certa: elettrico o no l’acquirente abituale del Cavallino Rampante si aspetterà sempre il massimo. E sotto il profilo dell’adrenalina il motore elettrico fa andare tutti d’accordo. Sarà una corsa a cifre folli in termini di potenza e prestazioni, qualcosa di mai visto prima nel panorama automobilistico.

A illustrare il futuro a pila di Ferrari è stato il CEO John Elkann nell’ultimo CDA di Exor lo scorso maggio. Due deadline sul breve-medio periodo e qualche nebulosa indiscrezione figlia di una pandemia che impedisce grandi programmazioni. La principale novità riguarda un progressivo e graduale ampliamento della gamma, con l’introduzione di sei modelli tra il 2020 e il 2021, anche se non si tratterà di modelli dotati di propulsione a batteria.

Laddove la Rossa potrà sfruttare il proprio “know-how” a disposizione è il mondo delle corse, che se da un lato si sta rivelando avaro di soddisfazioni sportive dall’altro restituisce feedback significativi sul piano delle conoscenze e competenze. Elementi che serviranno per forgiare una line-up che dovrà essere il punto di riferimento nel segmento delle auto di lusso.

2030 che diventa 2025, l’orizzonte temporale si accorcia e i tempi stringono. Non è da escludersi che Ferrari possa puntare allo step intermedio di un modello con tecnologia ibrida plug-in tra il 2022 e il 2023, tappa di passaggio quasi obbligatoria. È ancora presto per snocciolare dati da scheda tecnica mentre risulta più semplice pensare a una supersportiva che ricalcherà grossomodo le caratteristiche aerodinamiche dell’attuale gamma. Chiaramente ci si aspetta un motore che possa avvicinare la soglia dei 1000 CV, che la Tesla Model S non è riuscita a oltrepassare dopo lo stop alla produzione della variante “Plaid+”, ed emozioni senza tempo, in pista come in strada, capace di raccogliere l’eredità di un marchio che ha fatto e dato tanto all’intero settore automobilistico.